21 Set 2022 16:41 - Salute e benessere
Screening gratuito per prevenire l’ictus. Domenica 25 settembre al Parco Teodorico di Ravenna
Domenica 25 settembre, presso il parco Teodorico, i cittadini potranno eseguire uno screening gratuito per la prevenzione dell'ictus
di Redazione
“In provincia di Ravenna si verificano ogni anno circa 800 nuovi casi di ictus cerebrale. Conoscere questa patologia e saper riconoscere velocemente i sintomi con cui si manifesta – dichiara il Dottor Pietro Querzani, Direttore della UO di Neurologia dell’Ospedale di Ravenna – è di estrema importanza perché consente al personale sanitario dell’Unità Ictus di intervenire in maniera tempestiva e, di conseguenza, aumentare notevolmente le possibilità di recupero. L’intervento precoce, e quindi la immediata attivazione dei servizi di emergenza è l’elemento chiave per prevenire la disabilità conseguente all’ictus cerebrale. A questo proposito la UO di Neurologia ha recentemente conseguito un importante premio internazionale riconosciuto dalla ESO che, valutando le tempistiche con le quali sono stati trattati i pazienti con ictus afferiti all’ospedale di Ravenna, è stato rilevato che in più del 75% dei pazienti i trattamenti efficaci per salvare “cervello e vita” sono stati somministrati entro 1 ora dall’arrivo in ospedale”.
“Iniziative di questo tipo sono fondamentali – dichiara Daniela Toschi, Presidente di A.L.I.Ce. Ravenna ODV. La popolazione deve essere maggiormente consapevole che i fattori di rischio da soli e, ancora di più in combinazione tra loro, aumentano notevolmente il rischio di essere colpiti da ictus. 8 ictus su 10 possono essere evitati seguendo stili di vita adeguati, attraverso un’attività fisica moderata ed una sana alimentazione. Non va dimenticato, inoltre, che l’ictus è, come tutte le malattie cardiovascolari e i tumori, una malattia multifattoriale, cioè dovuta alla concomitante azione di più fattori: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo, sedentarietà ed alcune anomalie vascolari e cardiache, come la fibrillazione atriale”.
Questa aritmia cardiaca, la fibrillazione atriale, in particolare, è la causa di circa il 20% degli ictus ischemici e l’ictus da essa causato tende ad essere più grave perché l’embolo che parte dal cuore chiude arterie di calibro maggiore, con un danno ischemico a porzioni più estese di cervello. Chi è affetto da FA vede aumentare di 4 volte il rischio di ictus tromboembolico, che risulta in genere molto grave e invalidante; questa forma di ictus determina una mortalità del 30% entro i primi tre mesi dall’evento e lascia esiti invalidanti in almeno il 50% dei pazienti. E’ di fondamentale importanza, quindi, ‘intercettare’ più rapidamente possibile i pazienti con FA. Una volta effettuata la diagnosi, il passaggio successivo consiste nello stabilire la necessità di una terapia anticoagulante per ridurre il rischio d’ictus e nella identificazione di cause predisponenti sottostanti che spesso necessitano di cure specifiche.
Le nuove terapie della fase acuta possono evitare del tutto o migliorare spesso in modo sorprendente gli esiti, ma la loro applicazione rimane a tutt’oggi molto limitata per una serie di motivi. I principali sono rappresentati dalla scarsa consapevolezza dei sintomi da parte della popolazione, dal conseguente ritardo con cui chiama il 118 e quindi arriva negli ospedali idonei, dalla perdita di tempo intra-ospedaliera e, infine, dalla mancanza di reti ospedaliere appropriatamente organizzate.