Foto: Vendita a Ravenna – Claudia, Novella, Keti e Giorgia e FrancescoDoveva essere una grande festa di solidarietà e lotta contro il cancro, e tale si è confermata: anche la “Festa della Mamma 2022”, nonostante le difficoltà legate ad un tempo incerto per quasi tutto il fine settimana, si è trasformata in un’occasione per un gesto verso la donna più importante della propria vita e, contemporaneamente, per fare la differenza nella lotta contro il cancro. Sono state infatti più di 15000 le azalee distribuite sui 150 e più punti sparsi su tutta la Romagna dai volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo: un numero enorme, cui vanno aggiunti i 45 “fiori sospesi”, ovvero sia comprati online da persone che hanno deciso in questo modo di far sentire la propria vicinanza alle mamme che stanno trascorrendo un periodo di degenza presso gli Hospice del territorio per affrontare le fasi più delicate del percorso di cura.Andando nello specifico dei vari territori, lo scettro di Comune più solidale se l’aggiudica Lugo: grazie al loro enorme impegno i volontari della Bassa Romagna sono stati capaci di distribuire più di 2800 azalee. Ravenna si dimostra in generale la provincia che si è più impegnata nel fare la differenza per la lotta contro il cancro: nel comprensorio bizantino sono state 2276 le piante vendute, cui si aggiungono 2036 di Faenza. La medaglia d’argento va invece a Forlì-Cesena: in particolare sotto San Mercuriale e nei dintorni del “Zitadòn” i volontari hanno distribuito 2758 azalee,mentre la città della Biblioteca Malatestiana ha contribuito con quasi 1700 piante. Al gradino più basso del podio la provincia di Rimini, che sconta più delle altre il tempo incerto e la concomitanza con il grande evento dell’Adunata Nazionale degli Alpini: in questo caso il comprensorio di Riccione è stato quello più attivo con più di 1500 fiori acquistati. Nei dintorni dell’Arco d’Augusto e del Ponte di Tiberio sono stati distribuiti 973 azalee, mentre Santarcangelo e i Comuni della Valmarecchia hanno contribuito con un totale di 612 piante.«Ovviamente si tratta di una falsa competizione tra campanili – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – in Romagna, come nel resto dell’Italia, queste piccole rivalità sono sempre molto sentite e divertenti, ma quando si tratta di fare un gesto concreto per le tante persone che ogni giorno lottano contro il cancro ci dimostriamo più uniti che mai. Quando parlo di gesto concreto non mi riferisco esclusivamente ai tanti che hanno scelto di dichiarare il proprio amore alla mamma comprando una delle nostre azalee, ma includo ovviamente tutte quelle persone, circa 600, che hanno deciso di sottrarre un po’ del loro tempo alle proprie famiglie durante il fine settimana appena trascorso per mettersi a disposizione della nostra causa in maniera del tutto altruistica e gratuita. Quando il prof. Dino Amadori parlava dei volontari come del vero motore della nostra attività, tanto da riferirsi a loro come al “popolo dello IOR”, era proprio questo a cui si riferiva: è vero che il tumore è un problema trasversale che purtroppo colpisce tutte le famiglie senza distinzioni, ma è altrettanto innegabile che la capacità di mobilitazione dell’Istituto in questi casi non ha eguali in Italia. Un ringraziamento particolare quindi va a tutti i nostri “donatori di tempo”: il Covid è stata un bando di prova duro da affrontare, ma questo weekend ha dimostrato che il legame che abbiamo stabilito con loro ha superato senza problemi l’esame di questi due anni difficili di lontananza e di non presenza».Con la “Festa della Mamma” si conclude ufficialmente la “Primavera Solidale” dell’Istituto Oncologico Romagnolo: un’iniziativa lunga due mesi, apertasi l’8 marzo con la “Giornata Internazionale della Donna” e passata attraverso la Santa Pasqua. La cifra totale degli incassi, che lo IOR utilizzerà non solo a sostegno della ricerca scientifica ma anche per allargare a sempre più pazienti i servizi gratuiti di assistenza dedicati alla persona che riceve una diagnosi di tumore e alle loro famiglie, è di circa 413.000 euro. «Un contributo enorme, che va al di là di ogni nostra più rosea previsione e che qualifica una volta di più il nostro territorio come uno dei più sensibili al tema della lotta contro il cancro. Se l’eccellenza romagnola dal punto di vista oncologico è oramai riconosciuta a livello nazionale e internazionale non è certo un caso, bensì il risultato di un percorso e di un lavoro di squadra di cui, il volontariato, si dimostra sempre parte fondamentale», conclude sempre Miserocchi.[vc_gallery interval=”3″ images=”11085,11086,11088,11089,11090,11091″ img_size=”full”]